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Il bambino aggressivo e l'intervento psicologico

giovedì, novembre 02, 2017Marianna Ardu

Il bambino aggressivo e l'intervento psicologico

"L'aggressività è un'energia, una forza vitale presente nel bambino sin dalla nascita, 
quindi ancor prima che possa esprimere i suoi impulsi intenzionalmente”. (D.W.Winnicott)

L'etimologia della parola ad gredi, significa andare verso: verso gli altri, verso la vita, verso la realizzazione di sé. È' forza vitale e positiva, promuove il movimento del bambino verso l'autonomia, l'esplorazione e sin dalla nascita rappresenta la possibilità di mettersi in relazione.

L'aggressività è quindi una pulsione sana e funzionale ai bisogni di crescita del bambino.

D.W.Winnicott, pediatra e psicanalista infantile, scriveva che "l'aggressività fa parte dell'espressione primitiva dell'amore, ed è legata all'oralità del bambino, all'esperienza sia fisica che mentale della fame, al piacere, al nutrimento ed alla sua insoddisfazione, che genera frustrazione, rabbia e ostilità, e desiderio di distruggere proprio l'oggetto di desiderio e di amore".

D.W.Winnicott parla di due facce della stessa medaglia, ovvero nutrire e distruggere. Ciò significa che l'aggressività, se mal gestita, può diventare energia distruttiva per sé e per gli altri.

Nell'educazione del bambino è importante:
trasmettere l'esistenza di entrambe le due facciate
insegnare a gestire il piacere ma anche la frustrazione derivante dalle esperienze quotidiane con il cibo, con i desideri, nei rapporti con le altre persone.

L'aggressività è pertanto un impulso da educare perché, senza un’adeguata gestione della stessa, il bambino tenderebbe istintivamente ad esplosioni di rabbia, fino ad indirizzare tale energia verso sé stesso o gli altri. Di conseguenza, in momenti di crisi o di opposizione, tale comportamento potrebbe innescare la tendenza a fare del male agli altri o a sé, indicando quanto, in questi casi non ci sia un’ adeguata interiorizzazione e consapevolezza nel bambino del concetto di limite e di pericolo.

È importante sapere che prima di potere incanalare le tendenze aggressive il bambino deve imparare a riconoscerle dentro di sé. Questo avviene iniziando a "dare un nome" ed un significato alle azioni che mette in atto, trasformandole prima in emozioni, poi in sentimenti ed intenzioni.

La trasformazione, dall’azione al pensiero, è fondamentale perché consente al bambino di accettarla come parte di sé e di conseguenza di controllarla come fa già per ciò che conosce. Questa sorta di elaborazione mentale avviene già in modo molto semplice nei bambini, attraverso il gioco ed il sogno per esempio, che permettono di rappresentare ad un livello simbolico i piccoli conflitti interiori. Ma è principalmente nella quotidianità con il prezioso supporto del genitore, che il bambino impara a controllare gli impulsi e le reazioni emotive.

Se tale sentimento non si struttura adeguatamente durante il percorso di crescita, può esitare in aggressività eccessiva, intesa come reazione incontrollata, ed incapacità di tollerare le minime frustrazioni, influendo negativamente sulla qualità di vita del bambino e quindi sul suo sviluppo affettivo e sociale. In entrambi i casi sono fondamentali l'educazione data nell'ambiente familiare e la gestione dinanzi alle sue prime "bizze", ai suoi attacchi di rabbia, ostilità o gelosia.

L'aggressività è energia, quindi se presente in eccesso e mal gestita, ha buone probabilità di diventare “patologica” in età evolutiva, favorendo la strutturazione di particolari disturbi come ad esempio l’iperattività o i comportamenti oppositivo-provocatori.

A lungo termine, senza un intervento adeguato, per il bambino potrebbe diventare “normale” comportarsi in un certo modo fino a sviluppare già in preadolescenza problematiche antisociali, vandalismo, bullismo ed abuso di sostanze.

Quando l’aggressività nel bambino diviene eccessiva ed incontrollabile, può essere indicato l’intervento psicologico, in cui la presa in carico deve coinvolgere sia il bambino sia i genitori.

Il successo di tale intervento dipende dalla tempestività con cui si realizza, dalla flessibilità nell'applicare il trattamento più indicato al singolo e al suo nucleo familiare e possibilmente nel promuovere alcune abilità prima che le tendenze a comportamenti problematici diventino problemi manifesti.

Le psicologhe dello Studio Valori sono a Vostra disposizione per eventuali dubbi e domande in merito a questo tema.

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