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Dipendenza da internet e smartphone

lunedì, dicembre 18, 2017Marianna Ardu

Disturbo da dipendenza da internet/smartphone e alterazioni strutturali delle aree cerebrali 


La dipendenza da Internet/Smartphone non rappresenta uno specifico disturbo psichiatrico, ma piuttosto un sintomo psicologico che può connettersi a differenti quadri clinici. Si parla di “dipendenza” quando la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nell'utilizzo della rete, creando in tal modo menomazioni importanti nelle principali e fondamentali aree esistenziali, quali quella personale, relazionale, scolastica, familiare, affettiva.

Lo sviluppo di Internet e la sua penetrazione diffusa ha cambiato profondamente ogni dimensione della vita pubblica e privata. In Italia è aumentata la quota di famiglie che dispongono di un accesso ad Internet da casa e di una connessione a banda larga. Le famiglie con almeno un minorenne sono le più attrezzate tecnologicamente: l’87,1% possiede un personal computer, l’89% ha accesso ad Internet da casa.

Internet è il virtuale per definizione, senza confini, senza limiti, né di spazio (è in ogni luogo, senza essere in alcun luogo), né di tempo (è pronto al consumo sempre).

Il Disturbo da Dipendenza da Internet ha riscosso una certa attenzione da parte della comunità scientifica. Le nuove dipendenze, o “dipendenze senza sostanza”, si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti anomali: tra esse possiamo annoverare il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da TV, da internet, lo shopping compulsivo, le dipendenze dal lavoro.

Lo Smartphone va di pari passo con internet; basti pensare ai messaggi, senza i quali c’è chi non riesce più a stare. Recenti studi riferiscono di adolescenti che passano notti insonni per controllare ripetutamente se il loro cellulare, obbligatoriamente acceso 24 ore su 24, è latore di qualche messaggio. Esso rappresenta un altro modo virtuale e mediato per scaricare nell'immediato tensioni e bisogni che andrebbero elaborati in relazioni dirette, stabili e sicure.

Si definisce “nomofobia” l’attaccamento allo smartphone, che è molto simile a tutte le altre dipendenze sopra citate, in quanto causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa: in altre parole, incoraggia le persone a svolgere attività che credono daranno loro piacere. Ciò implica che ogni volta che un soggetto vede apparire una notifica sul cellulare sale il livello di dopamina, perché pensa che ci sia in serbo per lui qualche cosa di nuovo e interessante. Il problema però è che non possiamo sapere in anticipo se accadrà davvero qualche cosa di bello, così si ha l’impulso di controllare in continuazione innescando lo stesso meccanismo che si attiva in un giocatore di azzardo.

In letteratura sono riportati numerosi studi di neuro-immagine, che rivelano come, oltre a modifiche della materia grigia, la dipendenza da Internet/Smartphone possa alterare l’integrità micro-strutturale delle principali vie neurali. Inoltre, una dipendenza a lungo termine provocherebbe anomalie cerebrali strutturali che sarebbero associate a disturbi funzionali nel controllo cognitivo.

Gli studi evidenziano, in sintesi, come tale dipendenza comporti cambiamenti strutturali e funzionali a scapito di regioni cerebrali coinvolte nei processi emotivi, decisionali, di attenzione esecutiva e di controllo cognitivo, al pari della dipendenza da sostanze. 
Come per le altre dipendenze, dunque, anche per la dipendenza da Internet/Smartphone è possibile, dopo una corretta diagnosi, attivare un percorso di psicoterapia al fine di potenziare le life skills. L’obiettivo è quello di sviluppare il self empowerment e le competenze digitali, in modo tale che la persona cresca con le competenze culturali adeguate per vivere nella società dell’informazione e delle nuove tecnologie, senza cadere nell'uso problematico di questi strumenti.

Tale tipo di dipendenza rappresenta un problema di portata sociale che riguarda ad oggi non solo gli adulti, ma anche e sempre di più i soggetti in età evolutiva, proprio come abbiamo modo di osservare quotidianamente nella nostra pratica clinica.

Per qualsiasi dubbio o chiarimento in merito a questa delicata e sempre più attuale tematica, gli psicologi dello Studio Valori sono a disposizione degli utenti. 

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