AIUTO...MIO FIGLIO SCRIVE MALE! SARA’ DISGRAFIA?

Molto spesso capita di ricevere richieste di valutazione da genitori che raccontano come il proprio bambino sia lento a scrivere, rimanga indietro durante i dettati, scriva male le lettere e colori senza rispettare i bordi, calchi tanto lamentando male al polso.

Potrebbe trattarsi di DISGRAFIA! Sicuramente si tratta di un tema molto ampio per cui è bene fare subito chiarezza su alcuni punti. 

Il termine DSA indica i disturbi specifici di apprendimento che riguardano la DIFFICOLTA’ nel leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e veloce; queste caratteristiche si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e sono definiti “disturbi del neurosviluppo”, in quanto dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neurali coinvolte e la loro causa, quindi, non è da attribuirsi ad un deficit di intelligenza né a deficit sensoriali. 

Fatta questa necessaria premessa, le difficoltà descritte all’inizio dell’articolo sembrano esclusivamente legate al processo di scrittura, ed in particolare, alla qualità della traccia grafica. 

I campanelli d’allarme sono molteplici: scrittura scarsamente leggibile, lentezza nello scrivere, dolore al polso, traccia molto calcata, buchi nel foglio, ritocchi di segni già tracciati, discontinuità del tratto e numerose interruzioni, lettere di differente grandezza, non rispetto dei margini, lettere tremolanti, impugnatura della penna inusuale, evitamento e rifiuto nei confronti di attività grafomotorie etc...

Facendo un piccolo passo indietro, è importante enucleare alcune abilità legate alla grafomotricità, poiché, eventuali lacune, anche in una sola di queste aree, potrebbero interferire con l’abilità di scrivere: 

• Abilità generiche: 
• Equilibrio 
• Controllo posturale 
• lateralizzazione 
• Abilità specifiche: 
• Coordinazione dinamica dell’arto superiore, necessario per poter controllare i movimenti del braccio; 
• Coordinazione occhio-mano, ovvero l’abilità che permette un lavoro simultaneo e coordinato fra i movimenti degli occhi e quelli dell’arto superiore scrivente; 
• Motricità fine, quindi il prodotto di movimenti minuziosi e precisi a carico della mano e delle dita; 
• Abilità visuo-spaziali, ovvero la capacità dell’individuo di percepire, agire ed operare sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali; 
• Percezione ed analisi visiva, ossia l'abilità di discriminare le forme, associarle, apprezzarne le caratteristiche e individuarne le differenze; 
• Orientamento ed organizzazione spazio-temporale, cioè la capacità di percepire la posizione del proprio corpo in relazione agli oggetti e alle persone nello spazio e nel tempo. Sono necessarie per consentirci di orientarci nello spazio grafico del foglio, capire dove iniziare a scrivere e dove interrompersi, seguire un andamento lineare, mantenere una grandezza regolare delle lettere, orientarle correttamente, sapere cosa viene prima e cosa dopo, mantenere un ritmo. 
• Memoria a breve e lungo termine 
• Attenzione sostenuta 
• Abilità fonologiche, metafonologiche e linguistiche. 

Se il bambino fatica in queste aree, sarà necessario effettuare una valutazione col TNPEE (Terapista della NeuroPsicomotricità dell'Età Evolutiva), volta a comprendere a quali di queste componenti siano dovute le sue difficoltà: la valutazione neuropsicomotoria serve ad identificare le problematiche specifiche per poter, eventualmente, iniziare un percorso riabilitativo per potenziare, recuperare o vicariare tali difficoltà. 

Il consiglio è di rivolgersi, in questi casi, al servizio di neuropsichiatria infantile del territorio oppure ad un centro specializzato privato e/o convenzionato per iniziare, il prima possibile, l’iter valutativo.

Per qualsiasi dubbio, non esitate a contattare il nostro studio.

Dott.ssa Cristina Mereu

TNPEE Studio Valori

Studio Valori
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